autogestione

[...]
E nelle riviste rivoltose
autogestite, contro
lo sfruttamento della massa
opraia, succulenta
carneficina dal sapore rétro,
scopro arti artrofizzati
autodeterminati a sfamarmi;
divoro prese di coscienza.

Alessandro Chiesurin - versi conclusivi di "autogestione" tratta da Viscerotica (2021)

Autogestione è la posia d’apertura di Viscerotica. Versi che sintetizzano e legano tutto il progetto della silloge, dalla copertina al componimento conclusivo.

Viscerotica è disponibile in ogni portale di vendita libri, la si può ordinare in libreria, la si può richiedere al sottoscritto. E se vuoi ti faccio pure una televendita stile Freud di Nanni Moretti.

Le parole sono importanti

Ieri, per l’ennesima volta, ho riguardato “palombella rossa” di Nanni Moretti. È una pellicola che adoro, come la maggior parte dei lavori del cineasta romano ma, rispetto agli altri suoi lavori, questo film ha una forza ammaliatrice su di me in quanto il tema del linguaggio e dell’uso delle parole – famosa la scena dello schiaffo che culmina con il grido rabbioso “le parole sono importanti” – riflette un percorso che sento mio.

E proprio come Michele Apicella (il protagonista) si aggrappa ai ricordi e al linguaggio per ricostruire la propria identità, allo stesso modo passeggio a ritroso nel tempo per rivivere situazioni e persone (Spore Poetiche è proprio questo) per trasformarli in racconti, riappropriandomi così della mia identità. E ciò accade proprio grazie alle parole rimaste impresse nella mente, piccoli scorci limpidi sul passato capaci di rimanere vividi.

Il mio modo di archiviare i ricordi si basa prevalentemente sull’affidarmi alla memoria – per quanto sia conscio che col tempo questa deforma i ricordi stessi – e a piccole annotazioni scritte in qualche agenda, o foglio sparso. Non conservo fotografie – ne ho pochissime – né oggetti del passato – quando qualcosa non ha più uno scopo propositivo sul mio vivere, la butto.

Negli anni ho raffinato la tecnica del “lasciare andare” persone e oggetti che, a prima impressione, parevano importanti. Ho imparato a non fare affidamento sugli oggetti materiali per “sentire” vecchie sensazioni, né tantomeno a rivedere amici/amiche di vecchia data.

A volte mi sembra di essere proiettato verso il futuro, consapevole che ciò che verrà sarà sempre più malleabile di ciò che è stato.

E voi, conservate vecchi scatoloni e bauli contenenti i ricordi di quando eravate bambini/e, o come il sottoscritto amate la “pulizia”?


P.S. anche i miei lavori letterari sono frutto di una scrematura, spesso manifestata in una splendida buberata. I miei scritti li trovi –>CLICCANDO QUI