brucia

Il bosco ancora brucia. Il fronte non è più quello di due giorni fa, ma il bosco comunque brucia.

L’aria è ora respirarabile, i monti sono di nuovo visibili, e all’orizzonte non si intravedono più lingue di fuoco come la scorsa notte.

L’acqua invece puzza di fumo. Non scherzo. Apri il rubinetto e la zaffata impesta il bagno. Mentre faccio la doccia mi pare di lavarmi in una nube di cenere, per quanto forte è l’odore. Di berla, non se ne parla.

Longarone brucia, scrivono i giornali e anche stamattina, mentre aspetto il sorgere del sole sorseggiando caffè, dal terrazzo osservavo i pennacchi di fumo salire verso il cielo.

Il bosco brucia per il terzo giorno di fila, e la pioggia sembra un miraggio.

Il cielo mi piomba addosso

Il cielo mi piomba addosso a peso morto.

Poco male.

L’intenso grigio plumbeo

nasconde Longarone sullo sfondo immaginario

e le cime cadorine rifulgono di flebili scorsi solari.

È tempo dominato da Covid-19

neo-peste cibernetica,

 e dai corvidi

signori assoluti delle strade.

Giochiamo a fare la guerra,

è il loro becchettio,

la città ora è nostra e noi la sorvegliamo.

da un angolo del mio terrazzo

Per chi volesse scoprire altre mie poesie può trovare Di luce e di oscurità QUI

e vi lascio la colonna sonora adatta, sperando vi piaccia

Savatage, ovvero uno dei gruppi che più amo