Il bosco ancora brucia. Il fronte non è più quello di due giorni fa, ma il bosco comunque brucia.
L’aria è ora respirarabile, i monti sono di nuovo visibili, e all’orizzonte non si intravedono più lingue di fuoco come la scorsa notte.
L’acqua invece puzza di fumo. Non scherzo. Apri il rubinetto e la zaffata impesta il bagno. Mentre faccio la doccia mi pare di lavarmi in una nube di cenere, per quanto forte è l’odore. Di berla, non se ne parla.
Longarone brucia, scrivono i giornali e anche stamattina, mentre aspetto il sorgere del sole sorseggiando caffè, dal terrazzo osservavo i pennacchi di fumo salire verso il cielo.
Il bosco brucia per il terzo giorno di fila, e la pioggia sembra un miraggio.