Qualche giorno fa è mi è capitato un fatto singolare

Qualche giorno fa è mi è capitato un fatto singolare che ha confermato un’idea che mi frulla in testa da un po’.

Vendo una batteria per macchina fotografica tramite un portale. Prenoto il ritiro per la spedizione, e il corriere tarda di un giorno per il ritiro (sarebbe dovuto presentarsi il venerdì ma passa solo nel tardo pomeriggio di lunedì – sabato e domenica non li conto). Nonostante ciò, il pacco al mattino di martedì è già dalle parti di Salerno e, essendo partito dalla provincia di Belluno, è una cosa assai incredibile. Nel mezzo tra partenza e arrivo mi becco una serie di messaggi dell’acquirente perché teme di essere stato truffato. Per fortuna la batteria arriva, e il tutto finisce bene con soddisfazione da parte di entrambi.

A sorprendermi, oltre alla velocità con cui il pacco ha viaggiato, è l’impazienza dell’acquirente. Questo nuovo modo di acquistare on-line ha “asfaltato” pazienza e lentezza. Non importa che il prodotto sia importante o una cianfrusaglia, l’obbligo è che arrivi subito altrimenti chissà cosa può succedere.

E così nella mia testa mi frulla l’idea che l’unica vera rivoluzione concreta di internet è quella di averci trasformato in consumatori alienati, e insofferenti. L’attesa è divenuto un fastidio, e ad avvalorare ciò mi basta leggere molte recensioni di locali pubblici in cui si critica la lentezza nel servire il piatto in tavola (come se le pietanze non avessero bisogno di essere cucinate e dietro non ci fosse il lavoro di una o più persone).

Internet ci sta privando dell’attesa, e delle riflessioni che ne scaturiscono, ingabbiandoci all’interno di algoritmi capaci di scovare i nostri punti deboli. Ci sta ingannando con la promessa di renderci “importanti” grazie ai nostri commenti, e ai desideri esauditi a portata di clic. Ci sta trasformando in esseri passivi in una realtà virtuale.

Nell’ultimo periodo queste, e altre riflessioni, mi hanno portato a rivalutare il mondo di internet e il comportamento dell’essere umano. A volte mi scopro di essere radicale nei giudizi e nei pensieri ma, proprio grazie agli aspetti più estremi, riesco a cogliere più sfumature e meditare.

Ho bisogno di lentezza e realtà concreta, e credo siano due aspetti avulsi a internet.


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Anthrax

Nella vita capitano sempre fatti o situazioni particolari. Tanto insolite da rimanere impresse nella mente. E se capita riusciamo ad abbinarci una canzone, queste situazioni possono divenire grottesche.

anthrax

Riascoltando, pochi giorni fa, un vecchio album degli Anthrax, mi è venuto alla mente un fatto singolare avvenuto nel periodo del servizio militare. Ne ho approfittato per divertirmi un po’, e nella pagina facebook che gestisco ho abbinato la canzone Got the time al post seguente:

2001
Alessandro ha poco più di vent’anni e non può uscire dalla caserma perché a Nuova York (o in qualche altra città yankee) sono state spedite lettere contenenti antrace e il Comando Generale ha deciso che può esserci pericolo di attacco anche in un buco di paese friulano circondato solo da campi di grano e in cui è stato eretto un unico bar gestito da una donna che dimostra 80 anni per gamba e parla solo cimutto (mi scusino gli amici friulani) ma lui se ne frega beatamente e continua a riempire di croci il calendario sperando finisca il prima possibile la naja schifosa sparandosi a palla l’unica Antrace con cui sia realmente entrato in contatto.

E voi, amiche ed amici, avete una canzone da abbinare a una situazione particolare e/o assurda?
Sono curioso di scoprire le vostre associazioni 😀
P.S. : vi risparmio le mie foto in mimetica 😀