È dalla scorsa primavera

È dalla scorsa primavera (periodo del confinamento domiciliare) che non riesco a leggere romanzi. Da maggio ne ho letti (o riletti) quattro, e tutti con estrema lentezza – e pensare che ero capace di divorarmi un libro anche in una notte quand’ero preda dell’insonnia. La forma romanzo mi è divenuta quasi ostile, incapace, nella sua prolissità, di saziarmi come fanno altre forme di scrittura. E dopo un periodo di rifiuto totale per i libri, sono scivolato verso altra comunicabilità. Per la cronaca i quattro romanzi letti sono: Christine di Stephen King, Histoire d’O di Pauline Réage e L’identità di Milan Kundera (riletture), e Il curioso delle donne di Alberto Moravia. Il resto delle letture e riletture – amo riscoprire libri in precedenza gustati, spaziano dalla poesia alla crescita personale. Un coacervo di parole immaginifiche, e reale concretezza, tutte a discapito della storia narrata (fatta eccezione per i racconti che ho sempre amato e sempre mi accompagnano).

La pandemia ha mutato il mio modo di vivere e percepire la vita, e uno dei primi cambiamenti concreti sta proprio nella lettura (uno dei miei grandi amori). Non dirò quale libro, manuale, autore o autrice mi sia stato/a più utile in questo periodo. Ti lascio curiosare tra i titoli immortalati nella fotografia sottostante invitandoti a scoprire quale libro abbia riletto più volte, e quale mi sia stato di grande aiuto. Quale abbia ritenuto poco edificante, e quale rimpiango di aver acquistato.

gli altri volumi di racconti e poesie sono nascosti

Mario Draghi al Quirinale

La chiamata al Quirinale di Mario Draghi mi riporta a un episodio del periodo in cui vendevo prodotti surgelati porta a porta.

Dopo una giornata in cui mi ero beccato letteralmente bestemmie a non finire, per non infierire ulteriormente sul mio morale e la mia professionalità, il coordinatore di area disse «domani cambi zona», e fu così che venni spedito sulla SR 203 agordina.

Il paese in questione ha lo stesso nome di un famoso presidente argentino di cui Madonna ha interpretato la moglie in una pellicola, e il sole picchia di prima mattina. Ancora scioccato dalla giornata precedente, ma abbastanza motivato per dare una svolta significativa all’attività, vedo una donna mentre innaffia le piante e penso “tanto vale iniziare da lei”. Con il mio bel sorriso e un pacco di cataloghi sotto al braccio, mi avvicino facendo lo splendido.

Cosa vendi, cosa non vendi, la donna si interessa ai vari prodotti e dentro di me penso “è fatta”. A supportare questa mia convinzione la signora mi spiega di svolgere la stessa attività, focalizzando i suoi sforzi solo sullo stracchino, e quindi è consapevole di ciò che devo subire porta dopo porta: in definitiva è moralmente solidale con me, nell’intimo continuo a ripetere “ormai è fatta”, e la giornata si prospetta radiosa. Ma c’è un ma.

Calabrese dall’accento che più meridionale non si può, ma capacissima di imprecare come il miglior veneto uscito ‘mbriàgo s-marxo da la hostaria, distrugge ogni mia illusione precisando che non comprerà niente, in cambio però mi regalerà una storia. La guardo, alzo le spalle, e mi accomodo sul muretto in modo che, con il getto dell’acqua, bagni anche il sottoscritto oltre ai fiori, visto il caldo insopportabile della giornata.

«Il mondo è sotto la minaccia di un’onda nera», esordisce senza troppi preamboli, e nel mentre mi domando se sia scoppiata qualche piattaforma petrolifera in mezzo all’oceano.

«Uomini vestiti di nero stanno marciando dritti dall’inferno portando il male, e la nuova torre di Babele verrà rasa al suolo»… (ndr. Metto dei puntini di sospensione per evidenziare i due occhi grandi come fanali che faccio mentre mi parla). E prosegue il discorso narrando le gesta di questo esercito, già in seno alla società, pronto a seminare morte e dolore, e con la mano indica le automobili che sfrecciano veloci tanto che finisco col domandarmi se abbia la capacità di riconoscere questi servi del male dall’andatura con cui sfrecciano sull’asfalto. E mentre lei parla, parla, parla, io mi godo l’acqua fresca con cui ha annegato tutti i fiori e lascio che il tempo scorra.

«Ora ti svelo la grande verità» mi fa greve e seria «lo sai cosa successe quando lady Diana si trovò faccia a faccia con la regina Elisabetta? Lo sai perché venne ammazzata?».

«No» rispondo con un tono drammatico quanto lo richiede la situazione.

«È stata ammazzata perché ha visto il vero volto della Bestia. Proprio così! Nel colloquio privato con la regina, Diana ha avuto tre rivelazioni: la prima, è che avrebbe avuto un figlio maschio perché così era scritto; la seconda vide cosa c’è sotto la maschera con cui Elisabetta si mostra al mondo: un serpente; e la terza, nonché la più grave, è che dopo avere conosciuto queste due verità sarebbe stata assassinata!». (ndr. per avere un’idea chiara di chi mi stia di fronte guardatevi “Omen”, quello in cui recita Gregoy Peck, e immaginate il prete portatore del messaggio con una settima di seno e l’accento calabrese, solo così avrete l’immagine chiara della mia interlocutrice).

In quel momento la voglia di riderle in faccia era talmente debordante che devo fare un autentico sforzo per mantenere un volto impassibile (e un poco commosso per la vicenda di Diana) senza rovinare l’atmosfera da tragedia che si respira nell’aria perché, ed è proprio a questo punto che voglio arrivare, la donna aggiunge che pure Mario Draghi, sotto la finta pelle, nasconde il volto di un serpente «e guai a noi se dovesse salire al potere, altrimenti l’umanità sarebbe spacciata!».

Momento di attenzione prego! Ora, viste le ultime vicende del Governo, e il pericolo incombente a cui stiamo andiamo incontro, è meglio che metta in guardia Sergio Mattarella pregandolo di rimangiarsi le parole e puntando su un’altra figura istituzionale, o chiamo direttamente Mario Draghi minacciandolo che, se non mi metterà alla guida del Ministero dell’Economia e Finanza spiattellerò la sua vera natura a tutto il mondo? E se rifiutasse, dobbiamo prepararci a un mondo popolato da Visitors? Ma, a topi, come siamo messi?