È morto Formentini. Ho sentito la notizia stamattina mentre facevo i soliti esercizi per tenermi in forma. Per l’occasione Radio Radicale ha riproposto un vecchio comizio milanese della Lega Nord in cui veniva presentato colui che, in seguito, sarebbe divenuto il sindaco della città meneghina. E così, mentre faccio flessioni ed esercizi vari, prima del discorso conclusivo del candidato, eccoti il comizio dell’allora Senatur e della sua visione su Padania, Italia, ed Europa. Per quanto le mie idee di allora (quanto le odierne) fossero distanti, ascolto le sue parole, e il motivo è presto detto. Riconosco una dote in chiunque faccia politica (a prescindere da orientamenti o schieramenti): la fascinazione. Tenere incollato un uditorio grazie a una serie infinita di parole è tutto, fuorché semplice, e i politicanti sono maestri/maestre in ciò.
La riprova l’ebbi tempo fa presenziando al comizio di uno degli esponenti di spicco del M5S. Ero curioso di capire questo movimento che, sin dall’inizio, mi puzzava di pesce marcio. Tralasciando le manfrine del suddetto personaggio, a confermare la tesi sulla fascinazione c’era lo stuolo di presenti (compreso il sottoscritto) rimasti ad ascoltare il monologo per tutta la durata. Nonostante in molti fossero contrari al pensiero del personaggio, nessuno lasciò la piazza prima della fine dei giochi. Potere della fascinazione! A sorprendere maggiormente la mia curiosità ci fu però un altro aspetto: le groupie che questo politicante si portava appresso (immortalate in una serie di selfie pubblicati sulle varie pagine social). Manco il 12 giugno 2005 vidi tante donne correre appresso a un solo uomo. Bologna. Serata conclusiva del Gods Of Metal. Sul palco fanno la loro comparsa i Mötley Crüe freschi di rientro sulle scene dopo anni di oblio, e mi aspetto di vedere una marea di ragazze urlanti pronte a gettarsi tra le braccia del gruppo più rappresentativo del “sesso, droga, rock ‘n’ roll” assieme ai G’n’R. Ma la realtà è spesso crudele e i fasti degli anni 80/90 sono solo un ricordo. A fine serata, quando la limousine dei Crüe sfila in mezzo a noi metallari esausti, a seguirla ci sono solo due motociclette della polizia, e i nostri sguardi assonnati. Di ragazze nemmeno l’ombra… Ed è proprio mentre sono alle prese con la terza serie di flessioni, mentre ascolto le parole del Senatur, che mi sorge spontanea la domanda frutto delle associazioni mentali appena descritte: come è potuto succedere che Dibba avesse più seguito di donne rispetto a Tommy Lee & soci? È il potere della fascinazione oratoria oppure stiamo vivendo una realtà straziante e parallela in cui assistiamo all’inesorabile declino della figura del rocker? Ma soprattutto, per vedere dei reggiseni volanti, sarò costretto ad assistere ad altri comizi politici? E c’è chi osa dire che andrà tutto bene! Puaf!