a.m 3:00

Stamattina vi dedico delle parole altre. Non mie.
Versi profondi e intensi, come piacciono a me.

Il nero delle forme

È notte fonda, il rumore unico che giganteggia nella stanza è il respiro di Marlena, raggomitolata fra la coscia e il pube.
Ho una nuda frequenza, la mia nudità mi manda frequenze.
Mi scoppia la testa, ho fatto baldoria con le parole, le ho messe tutte sedute a tavola.
E come bicchierini colmi, le ho bevute, tutte.
Ora ho caldo. 
Dalle vene ai capezzoli.
Ed una voglia matta di scoparmi il vocabolario, d’imparare la tregua con tanti puntini di sospensione.
Di bagnare le pagine e di leccarmi le dita per girarle.
Di aprire le cosce e spargermi sulla notte.
E ripetere le connessioni, i gradi astrali che un sottile strato di ghiaccio, scioglie godendomi nelle curve delle labbra.
È notte fonda.
Ed è blu come ogni cosa che continua, infinitamente, come un giorno che vive di-nuovo.

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organismo dissoluto

Lo confesso,

abbisogno di sprazzi

viziosi e degradanti

per tornare a respirare.

L’anima non mi appartiene più,

la gettai in pasto

ai poveri falsi profeti.

Mi rimane un corpo affamato

d’altri organismi dissoluti,

essere corrotto e avido

di rinnovati umori.


La mia silloge la trovi QUI

una parte di me – una parte amata