Indossatrice

Indossatrice, vincitrice del 2° premio al Trofeo Gatticese della Arti 2017, è tratta dalla silloge Di luce e di oscurità.

Amo questa poesia per: la malinconia, la sensualità, la sintesi. Spero vi piaccia. Mi auguro vi avvicini alla mia poetica, e alla mia prosa.


Vestirai ancora

la tua scialba bellezza,

o ti spoglierai

di tutte le bugie?

Sfoggi ovunque

un malinconico sorriso

illudendoti che l’amore

sia un sospiro passeggero.


Indossatrice, come dicevo poco prima, è presente nella mia silloge Di luce e di oscurità. È possibile trovarla in rete, oppure chiedere una copia al sottoscritto, cosa che mi farebbe molto piacere 🙂


Lillian Bassman. 1951
Lillian Bassman – 1951

Amburgo

Nelle serate estive e piovose come quella odierna, la mia mente percorre stralci di strade, e rivisita panorami offuscati dei quartieri di Amburgo.

Non conservo fotografie né aneddoti edificanti, solo ricordi (a volte penosi).

Rimembro attese, e incontri assurdi. Sorrisi libidinosi, e vuoti monetizzati in euro.

amburgo 2.jpg

Erotisch Bazar nacque dall’incontro di tutto ciò. Ricordo falsato di una città a me, comunque, cara.

P.S. ad Amburgo incontrai Biff Byford, storico leader e cantante dei Saxon quindi – mi sembra doveroso – la prima parte della colonna sonora di questo breve articolo, sarà sulle note di un classico della band britannica: Princess of the night.

La seconda parte invece è sulle note degli Helloween, il gruppo più importante di Amburgo, e questa è Victim of fate.

Il mio kung fu è il migliore

il mio kung fu è il migliore

Il mio kung fu è il migliore. Spiegherò in seguito la provenienza di questa citazione ma, nonostante possa sembrare buffa (perché lo è) credo sia adatta a sintetizzare i miei pensieri, smorzando in tal modo la serietà di cui sono impregnati.

La mia riflessione parte da osservazioni sul modo di veicolare informazioni e pensieri. Percepisco chiusura e, soprattutto, rilevo la tendenza a mantenere lo sguardo su di un unico punto focale. Se sia dovuto a pigrizia, o a una mancata presa di coscienza, non l’ho ancora stabilito (magari la verità sta nel mezzo). A cosa mi riferisco precisamente? Al mondo delle reti sociali: vetrina ricca di spunti interessanti. È una cassa di risonanza per chiunque (e non mi tiro fuori dalla conta) ne faccia uso. Dal politico di turno, al pescivendolo sotto casa. Una vetrina dal forte richiamo edonista.

Trarre piacere dall’esternare le proprie opinioni pare sia un dovere.

Disporre di uno spazio in cui riversare qualsiasi cosa, compresi dissapori e delusioni, arroga il diritto a eleggersi ambasciatori della Verità. L’Unica Verità, Personale e Assoluta, da difendere coi denti e con l’arroganza.

Verità da perorare a prescindere da…

A prescindere dalla possibilità di essere nel torto.

A prescindere dall’eventualità ci possa essere una ragione ugualmente valida.

A prescindere dal rispetto per l’altro.

Rileggo l’articolo pubblicato poco tempo fa (Pravda – Правда) e mi accorgo di come questo mio pensiero sia un proseguimento/integrazione alla riflessione iniziata in precedenza. Odio e violenza, d’altronde, sono figlie di chiusura mentale e incapacità di immedesimarsi nell’altro (di qualsiasi fede religiosa, politica, di pensiero, eccetera, esso sia).

Assisto a un’alienazione edonista in cui si continua a scrutare il dito che indica la luna, senza abbracciare con lo sguardo ciò che si dipana oltre l’estremità della falange stessa.

Da questa ristrettezza di veduta vedo allargarsi un magma d’arroganza irrefrenabile. E in questo magma fattosi lava, a volte, mi consumo.

Mi chiedo in quale angolo sperduto sia stato relegato quel silenzio capace di donare l’opportunità di ascoltare. Quel silenzio sinonimo, non di stupidità, ma d’intelligenza. E, a tal proposito, mi viene in mente una citazione:

Il maestro disse: «Vorrei non parlare più». Zigong disse: «Ma, Maestro, se voi non parlate come potremo noi, poveri discepoli, trasmettere un qualsiasi insegnamento?». Il Maestro rispose: «Parla forse il Cielo? Eppure le quattro stagioni seguono il loro corso e le cento creature continuano a nascere. Parla forse il Cielo?». [1]

E finché si continuerà a pensare che il mio kung fu è il migliore, l’opportunità di rimanere in silenzio per apprendere, andrà disperdendosi. L’occasione di ascoltare per ampliare il sapere, sarà un’eco destinata a spegnersi. E ciò che è andato perduto, difficilmente si ritrova.


P.S. L’espressione il mio kung fu è il migliore l’ho presa in prestito da una battuta di Frohike in X-Files. Lascio a voi scoprire la puntata, e in quale stagione, sia stata pronunciata.


[1] I detti di Confucio, a cura di Simon Leys, Adelphi Edizioni, 2006, 17.19. pag.128