Donami sorrisi,
li scolpirò nei volti
degli ignari passanti,
modellandoli per le notti
in cui scruterò l’abisso.
L’umanità risplenderà
nel tuo lampo di gioia.
Donami sorrisi,
li scolpirò nei volti
degli ignari passanti,
modellandoli per le notti
in cui scruterò l’abisso.
L’umanità risplenderà
nel tuo lampo di gioia.
Verso gli umori
nel setaccio
tracciando un solco:
la noia
m’appartiene.
Carceriere di
secolari vezzi
mi trastullo
nell’indolenza, figlia
della tua morbosità.
Candide le cime,
un tubetto di colla
collassa su sé stesso.
Sfoglio un dossier
tra schiamazzi adolescenziali;
è di Magritte.
Mercoledì mattina:
pioggia svogliata,
caffettiera fredda,
Magritte è muto
e la colla collassa.
Il rifiuto: screpolato
la tristezza: inebriante.
Dal mio eremo
ammiro lo scorrere
del tutto.
Bianche nubi
errano in cielo,
foglie ingiallite
volteggiano.
Il tutto mi riflette.